Cos’è il life coaching e perché lo chiamo Lifestyle Coaching

Il Life Coaching consiste nell’applicazione del metodo del Coaching a tematiche attinenti la nostra sfera privata, personale. Qui occorre chiarire bene una volta ancora: non parliamo di psicoterapia, né di pratiche motivazionali (e spettacolari), né di consulenze sui rapporti sentimentali.

Io però non mi sento un “maestro di vita” e desidero non invadere il campo degli psicologi. Per questo preferisco parlare di Lifestyle Coaching.

Le richieste più frequenti che ho ricevuto in ambito di Life Coaching (Lifestyle Coaching)

Questo un elenco non esaustivo delle tematiche che i miei clienti mi hanno portato in sessione, nel corso della mia attività:  

  • La voglia di cambiare lavoro o stile di vita.
  • Un piano d’azione per rimettersi in forma (anche qui spesso il coach può lavorare in sinergia con altri professionisti, come ad esempio un personal trainer o un nutrizionista),
  • Aumentare l’autostima: il coaching come lo intendo io non lavora sull’autostima (che è un costrutto di ambito psicologico), ma sull’autoefficacia (che è relativa a un compito specifico e che in alcuni casi può favorire una migliore autostima).
  • Cambiare ambiente sociale.
  • Desiderio di migliorare l’equilibrio lavoro/vita privata: il worklife-balance. 
  • Scegliere cosa studiare.
  • Valutare delle nuove opportunità di vita o lavorative.
  • Problemi di relazione e comunicazione in ambito professionale. Qui posso fare coaching, mentoring, trainer.
  • Valutare una scelta di carriera o in genere di tipo economico/organizzativo fra due o più opzioni. 
  • Affrontare una sfida, come laurearsi a 50 anni o rimettersi in forma. Anche qui il coach può lavorare in sinergia con altri professionisti, come ad esempio uno psicologo, un personal trainer o un nutrizionista). Riguardo ai due esempi posso anche fare da mentor.
  • Migliorare l’abilità di parlare in pubblico, anche in questo caso posso fare coaching, mentoring, trainer.

Ciascuna esigenza si traduce, in ambito di Coaching, in un obiettivo definito dalla persona. Quando l’obiettivo non è chiaro, cioè non si sa bene cosa si vuole o come ottenerlo, si lavora sulla consapevolezza. Quando, invece, l’obiettivo diventa chiaro si lavora sul piano d’azione. Senza il piano d’azione non possiamo parlare di Coaching. Io porto sempre le persone al momento di definire il piano d’azione e, se esse lo concedono, le seguo nelle singole tappe, verificando con loro il rispetto degli obiettivi intermedi, analizzando (senza mai giudicare) motivi di rallentamento o difficoltà emerse durante il percorso.

Massimo Max Calvi. 

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